A proposito di moratoria per l’aborto (che sarebbe dovuta partire il giorno dopo la sua legalizzazione), tra dibattiti che divampano di cattolici e laici, estremismi della donna che è assassina e vada in galera, ma no la vita c’è solo se qualcuno la “sente”, si cambi la 194, e poi gli arzigogoli cattolicorealisti (più realisti del re), a tratti persino un po’ comici, delle “nuove linee guida sì ma la legge va bene così”, se moratoria deve essere, e deve essere, perché allora non mobilitare tutte le forze per la vita, e che sia fuoco di energie a sostegno dell’unica scelta giusta: onorare la vita nuova che viene?
Bene allora
l’iniziativa di Formigoni e della Regione Lombardia, se a Roma l’ideologia immobilizza, si muovano le autonomie locali (e che il Veneto batta il suo colpo, di grazia, e presto).
E poi nessuna originalità, niente parole ambigue, alchimie del politichese, perché non si dovrebbe partire da quel “fantasma che s’aggira per l’Occidente”, denominato “paternità”?
Il padre sì (niente originalità, si diceva, ma origini sì), il cui primo compito (San Giuseppe
docet) è la difesa del bambino da Erode.
Legge 194 e cultura corrente liquidano il padre a donatore di sperma, l’uomo è totalmente deresponsabilizzato rispetto al destino della vita che ha generato, la donna condannata alla solitudine di una decisione tragica. Basta.
E qui la 194 andrebbe effettivamente modificata, o quantomeno integrata.
1) S’introduca l’obbligo, ove possibile, d’informare il padre intanto di essere tale, e poi della decisione.
2) S’introduca l’obbligo di convocare il padre per sentire il suo parere, responsabilizzandolo per la scelta e di quanto sta accadendo.
3) In caso la madre voglia abortire ed il padre voglia fare il suo mestiere (cioè salvare la vita del bambino), come hanno proposto anche autori libertari, s’introduca l’obbligo di proporre alla madre di portare a termine la gravidanza, affidando successivamente il figlio al padre (idoneo) che intende farsene carico. Fornendo alla donna tutto il sostegno necessario ed eventualmente prevedendo un opportuno risarcimento.
Questa è la mia personalissima proposta e contributo alla moratoria per l’aborto, radicata nel
Documento per il padre, nella
visione cristiana (cioè umana) della vita nascente, perché lo sterminio finisca e la sofferenza di donne e uomini trovi finalmente riposo nell’accoglimento della vita. Che deve essere sostenuta da un movimento univoco (non ambiguo) di società, istituzioni e famiglie, perché la vita sia finalmente sottratta dal campo di potere (e dei "diritti") in cui è stata cacciata (e uccisa).
Nella stessa direzione e per opportuna conoscenza:Un bambino salvato dall'aborto grazie al "Sì alla vita" del padreTestimonianze: uomini che abbattono il muro del silenzio e chiamano i padri a dire "sì alla vita"